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Era ancora attorno a Bagheria la roccaforte di Bernardo Provenzano. Nonostante le indagini che avevano svelato la rete di favoreggiatori e il sistema imprenditoriale del padrino. Le indagini di Michele Prestipino, dirette alla cattura del superlatitante, si sono incrociate con quelle su clan di Villabate, centro poco distante da Bagheria. Un nuovo pool, formato anche dai pm Maurizio De Lucia e Nino Di Matteo nonché ancora dal procuratore aggiunto Giuseppe Pignatone, ha individuato la nuova rete di favoreggiatori che Provenzano aveva creato attorno a sé. Erano i picciotti di Villabate, guidati dal rampante Nicola Mandalà, ad occuparsi dell’anziano padrino. Tanto da organizzargli persino la trasferta in Francia, per un’operazione alla prostata.
Il pentimento di Mario Cusimano e di Francesco Campanella, subito dopo il blitz di polizia e carabinieri del gennaio 2005, ha aperto un nuovo squarcio di verità attorno il “metodo” economico-criminale gestito dall’imprendibile padrino. |
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DOCUMENTI
Il fermo disposto dalla Procura, poi convalidato dal Gip.
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